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Sergio Mazzola - Generazioni Orafe

Sergio Mazzola - Generazioni Orafe: .

Gli anni accademici di Sergio Mazzola

L'orafo Sergio Mazzola, terminati gli studi presso la scuola d'Arte di Castelmassa (Ro), si trasferisce da Calto, il paese natio, a Venezia, dove prosegue il suo iter formativo frequentando l'Istituto d'Arte prima e il Magistero d'Arte Applicata poi.
Frequenta inoltre il corso di fonderia artistica mettendo subito in risalto il suo talento e le sue doti peculiari: l'estro creativo e lo scrupolo realizzativo. Questo consente al "campagnolo" (come veniva affettuosamente apostrofato dai suoi professori) di esser chiamato, nel 1959, in Friuli presso l'appena istituita Scuola Statale d'Arte di Udine, per ricoprire le cattedre di "cesello e sbalzo" e "forgiatura e tiratura a martello", dando inizio così al corso di studio "Metalli". Tiene per i primi anni, i corsi di "disegno dal vero", "plastica" e "tecnologia"; abbandonerà l'insegnamento statale e l'ormai divenuto Istituto d'Arte "G.Sello" solo nel 1987, ma continuerà ad insegnare in forma volontaria presso l'Università della Terza Età di Udine, dove tutt'oggi è possibile frequentare il suo corso di oreficeria sperimentale.

Passione per l'arte orafa longobarda

L'orafo Sergio Mazzola, l'anno seguente al suo arrivo in Friuli, nel 1960, incontra lo scultore Dino Basaldella con il quale stringe una feconda e importante amicizia. Nel fertile terreno dello laboratorio orafo del maestro udinese in piazzale Osoppo i germogli spuntati a Venezia possono crescere e rafforzarsi, consentendo l'inizio ufficiale dell'attività artistica nel settore delle creazioni artigianali. Dopo questo breve ma intenso sodalizio, nel 1964, Sergio Mazzola apre, grazie al determinante contributo dell'E.S.A., il suo studio-bottega personale in una ex falegnameria in vicolo Cicogna, a Udine, dove intensifica l'attività di ricerca plastico-formale applicata all'oreficeria, alla scultura e al design. Entrato a far parte del C.F.A.P. (centro friulano arti plastiche, in cui tutt'oggi ricopre la carica di consigliere), comincia a partecipare a mostre locali e nazionali, sia collettive che individuali. Sono gli anni in cui aumenta anche la passione per l'opera e la figuratività longobarda, popolo di orafi sopraffini, maestri nelle tecniche di bratea e sbalzo, rafforzando così il legame di Sergio con il territorio friulano.

I riconoscimenti di Sergio Mazzola

I riconoscimenti di Sergio Mazzola per la sua attività orafa artigianale non tardano ad arrivare: vince una prima volta il 1° premio riservato ai docenti del Ministero della Pubblica Istruzione presso la "Mostra Internazionale dell'Oreficeria" di Vicenza; il premio speciale "per alti meriti nel campo dell'oreficeria artistica e per avere creato nuove forme ispirate alla tradizione della terra friulana e del più puro modernismo" presso "Selettiva" di Spoleto nel '68 ed il premio "Sole d'Oro" al "Salone selettivo dell'artigianato artistico" di San Remo. All'inizio degli anni ‘70 l'attività del maestro Mazzola viene trasferita in via Gemona ed è in quegli anni che si aggiudica per tre edizioni consecutive il primo premio riservato ai docenti in occasione della "Mostra Internazionale dell'Oreficeria" di Vicenza; gli viene inoltre assegnato dall'ENAPI (premio dell'Ente Nazionale Artigianato e Piccole Industrie), un premio per la medaglia dedicata all'anno santo. In questo contesto vengono introdotte nel laboratorio orafo le figlie Clarice e Paola, diplomatesi entrambe all'Istituto d'Arte di Udine, ed è qui che in queste, cresce e si rafforza la stessa passione per il lavoro e gusto per il "bello" del padre. Entrambe partecipano a varie edizioni della "mostra triennale della medaglia", venendo ampiamente notate.

Il "creatore" di omaggi

Nel 1982 il laboratorio orafo di Sergio Mazzola si trasferisce nuovamente spostandosi in via Giovanni da Udine e, dopo un nuovo riconoscimento durante la "2^ Biennale Città del Corallo" di Torre del Greco, avviene la trasformazione da "ricevitore" a "creatore" di omaggi; vengono infatti commissionate sia la produzione che l'ideazione di molti premi, creazioni preziose: lo stemma del "Ducato dei Vini", "La Gerla d'Argento", "Saete" e le medaglie per il Motoclub, "Il Boscaiolo Dell'Anno 2002" (premio commissionato dall'Unione Artigiani e Piccole Imprese-Confartigianato della Provincia di Udine), gli omaggi per i partecipanti di ogni edizione del "Simposio di scultura" su pietra. Clarice Mazzola entra a far parte di quelle figure femminili che vengono sapientemente descritte da Elisabetta Pozzetto nel libro "Donne di Profilo", come buon esempio di saggezza concreta e spartana che è caratteristica delle donne di questa terra.

Nuove generazioni orafe Mazzola

Nel 2008 Paola Mazzola decide di distaccarsi dal laboratorio orafo continuando però l'attività artistica e mantenendo i rapporti con il padre, divenendo prima sua assistente all'U.T.E. e ottenendo in seguito una sua cattedra. Nel 2010 Clarice Mazzola propone, al figlio Dario, dopo la Laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari presso l'università di Udine, un'esperienza d'apprendistato come modellista orafo. Grazie ai soddisfacenti e inaspettati risultati di quest'ultimo, che non tarda ad appassionarsi al settore dell'oreficeria, come fecero madre e nonno, il sogno di riunire la famiglia riemerge. Ed è così che Clarice e Sergio trovano la voglia e la forza per staccarsi dal passato, avventurandosi in un nuovo viaggio.

Il nuovo laboratorio orafo di Sergio Mazzola

Il 2014 è l'anno d'inizio di un nuovo capitolo nella vita di questo "clan" di artisti orafi. Il maestro Sergio Mazzola viene nuovamente affiancato in ambito lavorativo da entrambe le figlie Clarice e Paola, per vegliare e guidare i nipoti Dario e Marta, figlia di Paola che dopo una significativa esperienza lavorativa a Londra mette a disposizione del gruppo le sue competenze tecnico-amministrative, la sua raffinatezza e la sua cortesia. Nasce, così, la "Sergio Mazzola - Generazioni Orafe" che apre la nuova bottega in via Cisis 26, in uno dei borghi caratteristici del centro storico di Udine: Borgo Grazzano.
Le opere artigianali che vi prendono forma continuano a non essere solo il frutto di una intuizione estemporanea, ma il risultato di lunghe ed appassionate meditazioni sull'estetica e sull'antica storia del Friuli Venezia Giulia.